Shadows

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Installazione multimediale con visual art di Nicholas Naughton
Durata: 8’30’’

New Horizons Music Festival, TSU Art Gallery, Truman State University (USA), ottobre 2013

Note
Operando una ‘conflagrazione’ tra le immagini di Goya e quelle dei media attuali, in questa installazione Nicholas Naughton connette il nostro presente al passato, mostrando che, in ultima analisi, la storia sempre ripete se stessa. L’ombra, come metafora dell’oscurità della storia, nasconde ciò che non coincide con i valori della coscienza: ciò che viene svalutato, negato, rimosso, non sviluppato. Come metafora del cambiamento, nell’alternanza di densità e rarefazione, l’ombra agisce nel regno dell’invisibilità, che simboleggia le continue micro-trasformazioni dell’esperienza personale. Come un araldo della diversità, l’ombra è il guardiano dell’inesprimibile. Il suono, sospeso tra luce e ombra, tra la luce dell’ombra e l’ombra della luce, lentamente costruire spazi. Il suono, rivelando e negando se stesso, riempie la scena musicale, scomparendo, infine, nella natura. Questa dialettica di pieni e vuoti apre all’interazione con l’altro, all’invasione dell’alterità che costruisce nuove e mutevoli identità, uniche nel loro fuggevolezza.


 

Multimedia installation with visual artwork by Nicholas Naughton
Duration: 8’30’’

New Horizons Music Festival, TSU Art Gallery, Truman State University (USA), ottobre 2013

Note
By conflating Goya’s compositions with images from today’s media, in this installation Nicholas Naughton connects our present to the past and shows that history does indeed repeat itself. The shadow, as a metaphor of the darkness of the history, hides what does not coincide with the values of consciousness: what is devalued, denied, removed, undeveloped. As a metaphor for change, alternating density and rarefaction, shadow acts in the realm of invisibility, symbolizing the continuous micro-transformations of personal experience. As a herald of diversity, shadow is the guardian of the dimension of inexpressibility. Sounds, suspended between light and shadow, between the light of the shadow and the shadow of the light, slowly build spaces. Sound, revealing and negating itself, fills the musical scene, vanishing, finally, in nature. This dialectic of full and empty spaces opens interaction with the other, the invasion of otherness that constructs new and changing identities, unique in their elusiveness.